Gaetani1LECCE (di Gabriele De Pandis e Tommaso Micelli) – Il calcio degli anni Duemila ha rotto i suoi legami fondamentali con la sua natura di spettacolo riservato ad artisti del tocco di palla ed a creatori di traiettorie riconducili ed arcobaleni per diventare uno sport affidato alla programmazione in ogni aspetto della vita di squadra, della partita e della stagione.

In tale quadro di massima programmazione e controllo, il calcio riesce ancora a lasciare a bocca aperta tifosi ed addetti ai lavori con spunti, reti e fondamentali non frutto di accurata programmazione, bensì colpi di genio partoriti a volte con incoscienza, con una massiccia dose di carattere ed accompagnati da un piede tanto audace.

Davide Gaetani sta “studiando” per essere un talento simile, capace di intendere il calcio con quel pizzico di incoscienza e di genio che fa tribolare leggermente anche gli allenatori, messi in difficoltà nel compito di disciplinare elementi così estrosi. A riprova di questa propensione di Gaetani, trequartista nato a Galatina il 14 febbraio 1995, basterebbe vedere il gol che il ragazzo di Martano ha realizzato al Melfi: una rete che sintetizza il suo credo calcistico: palla a mezza altezza tra la metà campo e la trequarti offensiva e bolide scagliato a testa bassa che si va ad infilare inesorabilmente alle spalle del portiere. Il calcio, anche quello giovanile, ha bisogno di elementi che sappiano coordinare la giusta scrupolosità metodica nella crescita a colpi di genio totalmente frutto di un’irrazionalità la quale alberga solo nelle menti (e nei piedi) di talenti puri.

Gaetani 6Normalmente la “follia” di questi calciatori è accompagnata da un istrionismo commisurato al talento ma, è certo, non è affatto il caso di Davide. Il baby-giallorosso si dimostra molto più a suo agio sul rettangolo verde che al cospetto dei nostri microfoni, poiché gli riesce difficile nascondere un filo di timidezza e di emozione, chiaro segnale che non si è di sicuro montato la testa, consapevole invece di dover dimostrare tutto il proprio valore per poter poi spiccare il volo.

La sua presentazione comincia con la descrizione delle zone del campo da gioco a lui più congeniali: “Sono un trequartista, mi piace giocare dietro alle punte ma riesco a disimpegnarmi anche nei ruoli di esterno offensivo e punta in base alle varie situazioni”. La stagione 2013-2014 sta regalando al ragazzo martanese una serie di allenamenti, convocazioni ed apparizioni in prima squadra utili e quasi obbligate per la sua crescita; i suoi “professori” in prima squadra sono proprio i due calciatori del Lecce capaci di trascendere da tattica e blocchi con soluzioni geniali: “Le esperienze in prima squadra sono bellissime, mi fanno crescere; sto imparando tantissimo dal capitano Fabrizio Miccoli e da Mariano Bogliacino”.

Gaetani è uno dei ragazzi reduci dal campionato scorso che vedeva la Berretti dei vari Rosafio, Malcore, Bleve, Todisco e Luperto sbarcati chi in prestito, chi in comproprietà, sulle lucenti ribalte del grande calcio. Gli abbaglianti prosiegui di carriera creano un fisiologico, quanto scriteriato, paragone con la Berretti di quest’anno, ad oggi comunque altrettanto vincente: “L’anno scorso avevamo una squadra compattissima anche fisicamente ma quest’anno stiamo facendo altrettanto bene, incontrando squadre decisamente superiori sul piano fisico, a causa dell’età, ma noi siamo superiori nella tecnica”.

Gaetani 3Davide Gaetani cerca di creare tanti grattacapi a mister Pedro Pablo Pasculli: “Spero di giocare di più ed avere più minuti a disposizione”. I suoi modelli, guarda caso, sono due campionissimi di dubbia e variabile collocazione tattica ma di prolificità senza eguali: “Da piccolo guardavo sempre Alessandro Del Piero e, grazie ai video su Youtube, cerco di emulare la classe e il tiro di Michel Platini”. La dedizione a questo sogno targato Berretti 2013-’14 traspare dalla sua risposta alla domanda su eventuali sogni e speranze che esulano dal mondo del calcio: “Ehm… Per ora non ce ne sono”.

In bocca al lupo ragazzo, ti auguriamo di emulare le prodezze che ammiri nei video sul rettangolo verde del “Via del Mare”, così da farci re-innamorare di un calcio che non sia solo tatticismo.

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