Mino Tedesco in azione contro il Brindisi
Mino Tedesco in azione contro il Brindisi

GALLIPOLI (di Gabriele De Pandis) – Un guerriero del gol coltiva i sogni di una tifoseria a pochi metri dal mare. Mino Tedesco, centravanti 33enne, è la punta di diamante del Gallipoli che ha sorpreso tutti nelle prime 13 giornate di campionato attestandosi al terzo posto con 23 punti dietro alla capolista Andria ed al Bisceglie. Il bomber brindisino racconta il suo speciale rapporto con Gallipoli e con la sua gente: “L’emozione è grande – chiosa il bomber brindisino -. Quando sei ben visto in una piazza come Gallipoli tutto è più facile e ogni bel gesto mi dà delle sensazioni indescrivibili”. Questa bella storia di sport, domenica ha vissuto un toccante capitolo, quando Tedesco ha dedicato la marcatura a Giammarco, un ragazzo disabile tifosissimo del Gallo, sempre presente sul manto sintetico del “Bianco”: “La mia dedica dice molto su quanto sto bene qui”.

Con la Puteolana il Gallipoli è tornato a vincere. Domenica una tua doppietta ha steso i campani in una partita dove c’era tutto da perdere. Come hai letto l’andamento del match?

“È stata una bella partita, ben giocata da parte nostra. Siamo partiti bene, abbiamo letto senza problemi l’andamento della partita e siamo stati bravissimi a reagire all’occasione del rigore che ho sbagliato…”

Proprio il rigore, realizzato con un perfetto cucchiaio nella prima esecuzione prima della parata di Despucches sul tuo secondo tiro.

“Sì, è vero, sono riuscito a fare il cucchiaio al portiere, ma quel ‘nano’ di Claudio Zaminga (ride chiedendo di essere citato testualmente, ndr) è entrato in area, forse non ha avuto molta fiducia in me, lo volevo massacrare (sorride ancora, ndr). Per fortuna ho segnato poco dopo e tutto è andato sul binario giusto”.

Dopo la partita ti sei tolto un po’ di sassolini dalla scarpa, dedicando i tuoi gol a chi ti dava già per finito. Quanto ti aspettavi questo bell’avvio?

“Penso che nel calcio, come nella vita, ci siano sempre alti e bassi. Sono stato un attaccante capace di farsi sempre vedere sotto-porta, ma ci sono stati anni in cui i gol sono stati tanti, a differenza di altre stagioni dove sono stati un po’ meno. A Gallipoli ho trovato una bella intesa con tutti, sono stato accolto bene dalla piazza, dal presidente e dai compagni. Lavorare in queste situazioni è facile. Le mie dediche? Preferisco non dire niente, ringrazio i miei compagni, il mister e preferisco dedicarmi al mio lavoro”.

Tedesco in gol
Tedesco in gol

A Manfredonia siete attesi da un’altra prova importante in chiave salvezza, dove tra l’altro dovrai sportellare con Vergori, ex di turno tra gli artefici della promozione in D del Gallipoli targato Calabro della scorsa stagione insieme a te. Che partita prevedi al “Miramare”?

“Molto dura. Loro in casa sono una buona squadra, sarà difficile passare. Sono ‘rognosi’, ma in questo campionato, come sono solito dire, non ci sono né squadre forti né squadre scarse. Ho mandato un messaggio a Manuel (Vergori, ndr): ci meneremo dal primo all’ultimo e poi, come sempre, ci saluteremo da grandi amici. Secondo me, lui è un ’trequartista in difesa’: con quei piedi potrebbe giocare con il numero 10”.

Dei 18 gol del Gallipoli 8 sono tuoi. Il Gallo è Tedesco o Tedesco è il Gallo?

Mi metti in difficoltà (sorride, ndr). È tutto merito della squadra. La nostra forza? Gli esterni alti, elementi di altra categoria, sono di categoria superiore. Con loro è un piacere giocare.

Cos’hai da consigliare ai giovani attaccanti a disposizione di mister Volturo?

“Beh, devo dire poco, poiché loro sono tutti ragazzi con tantissimi mezzi tecnici. L’unica cosa che mi sento di raccomandare è la massima umiltà: solo dando sempre il massimo e facendo sacrifici si lavora bene”.

Nella tua carriera, spesa maggiormente al Sud, hai qualche rimpianto?

“No, sono felice di quello che ho fatto. I rimpianti mi hanno dato la forza di tornare più forte di prima“.

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