Matteo Longo
Matteo Longo

NARDO’ (di Gabriele De Pandis)- La velocità delle sue gambe è anche quella dei suoi sogni. Matteo Longo, classe 1995, fa parte della schiera degli under dell’ACD Nardò e insieme ai suoi compagni ha tanta voglia di far bene in questo campionato dove finalmente nella città neretina il pallone è tornato a rotolare. La voglia del giovane leccese si può notare già quando si parla di posizioni in campo. Il ragazzo, nonostante la giovanissima età, è già un jolly a disposizione di mister Monaco: “Mi piace svariare sul fronte dell’attacco, senza differenze a sinistra e a destra, stare dietro la punta centrale ma – continua Longo – mi sono anche adattato con successo come interno in un centrocampo a tre”.

La partita di coppa ha regalato due vittorie in quattro giorni (1-2 a Novoli in campionato e 3-1 in Coppa contro il Galatina) dopo i tanti pareggi, specialmente in trasferta. È arrivato il momento di fare la voce grossa in campionato?

“Sì, lo speriamo. Quando c’è un cambio di allenatore (il Nardò ha esonerato Giuseppe Mosca per ingaggiare Walter Monaco dopo la seconda giornata, ndr) non è mai facile, poiché si cambiano idee tattiche, moduli e modi di lavorare. Nell’ultima partita di Novoli ci sono stati già tanti buoni segnali, in quanto abbiamo tenuto quasi sempre il pallino del gioco. Come in altre partite, questo nostro dominio non è stato capitalizzato e al primo episodio sfavorevole siamo stati puniti dal rigore di Scarcella. Nella ripresa però abbiamo sfoderato una grande prova di carattere e siamo riusciti a ribaltare il risultato, in un campo più che ostico. Secondo me pochissime squadre riusciranno a fare punti a Novoli: anche il Francavilla, seppur in campo neutro a Copertino, ha avuto difficoltà contro questa squadra, uscendo sconfitta”.

Quanto contano i giovani in campionato?

“Ogni giocatore, sia ‘grande’ che under è un componente dello stesso puzzle. Per questo, noi giovani dobbiamo essere allo stesso livello degli altri, e molti di noi già ci stanno riuscendo con ottimo successo. Non ci si può permettere di giocare in 8 contro 11”.

Hai tantissimi compagni dal curriculum importante. Da chi imparare qualche trucchetto in più?

“È proprio vero: ho compagni che in questa categoria sono più che un lusso. Per me, in prima istanza, Rana e Vicedomini sono due giocatori assolutamente non da Eccellenza. In più, anche Antonio De Razza, elemento fortissimo a mio parere, è una grande risorsa per me”.

Dove può arrivare questo Nardò?

“Noi tutti speriamo più in alto possibile, anche se abbiamo tantissime concorrenti per l’alta classifica. Quali? Beh, prima di tutte il Trani, che ci sta sopra in classifica, poi Mola e Francavilla; come outsider terrei d’occhio l’Hellas Taranto”.

In Coppa avete già incontrato e battuto il Galatina, conquistando la semifinale. Che insidie nascondono i biancostellati in vista della partita di domani, da giocarsi ancora su campo neutro a Calimera?

“Quella partita fa testo a sé, visto che in Coppa si gioca sui 180’. Lì il Galatina ha fatto rifiatare i titolari anche a causa del punteggio di partenza dei primi 90’: il 2-1 per noi dava loro poche speranze. Domani sarà un’altra storia e loro faranno di tutto per raccogliere punti in chiave salvezza. Gli elementi più pericolosi? Sicuramente Giaracuni che è il loro leader, con Piumetto hanno un ottimo attaccante e, se Fanigliulo riuscirà a recuperare, il loro potenziale offensivo è da tenere d’occhio”.

Il Nardò ti ha dato l’opportunità di esordire in Serie D. Qual è il tuo sogno per questa stagione?

“Devo dare atto di ciò che hai detto. L’esordio in D in maglia granata, a 16 anni nel 2011, fu una grande emozione, amplificata dalla mia giovane età. È certamente un altro conto esordire in eccellenza a 19 anni, ma ora so di poter dare una mano importante alla squadra. Voglio fare più presenze possibili, magari diventare un punto fermo del Nardò e poi, perché no, mettere la mia firma su qualche assist e gol”.

Sei cresciuto nel settore giovanile del Lecce. A quali figure sei rimasto più legato nella tua crescita calcistica?

“Sono rimasto in buon rapporto con tutti. Mister Bray, che ho trovato nei Giovanissimi, mi ha segnato tanto, a livello calcistico e umano. È un grande uomo e mi sento maturo sul campo grazie a lui. Gli ex compagni che sento tutt’ora di più sono Tundo, Bleve e Kalombo. Auguro sempre il meglio a loro”.

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