Focus RegginaLECCE (di Italo Aromolo e Gabriele De Pandis) – Cento anni di storia festeggiati nel modo peggiore, con il ritorno in Lega Pro dopo 20 anni di ininterrotta gloria tra A e B. La Reggina, nata l’11 febbraio 2014, contro il Lecce darà vita ad una sfida che sa di Serie A: sono ben 12 – come nessuno nel Girone C – i precedenti tra giallorossi ed amaranto nella massima serie. L’importante passato però ora ha ceduto il passo a un presente che si chiama Lega Pro, da combattere fino all’ultima partita per tornare in Serie B dopo la rovinosa retrocessione della scorsa stagione, maturata nonostante un organico abbastanza attrezzato.

La storia recente: miracoli e tonfi fragorosi. Dici Reggina e pensi subito ai sette campionati consecutivi di Serie A tra il 2002 e il 2009 che hanno portato i colori amaranto nell’eccellenza del calcio italiano. L’exploit massimo è datato stagione 2004-05, con la Reggina di mister Walter Mazzarri (alla prima panchina in A) capace di chiudere il campionato al 10° posto con ben 10 vittorie, 14 pareggi e altrettante sconfitte grazie al duo d’attacco BorrielloBonazzoli e alla tecnica di Nakamura, talento sbarcanto sulle rive dello Stretto dal Giappone l’anno precedente. Targato Mazzarri è anche un altro miracolo sportivo della Reggina. La stagione 2006-07, quella del post-Calciopoli è il teatro dell’impresa di una squadra partita alla prima giornata con ben 15 punti di penalizzazione (poi ridotti a 11 a marzo) e con una squadra piena di scommesse, poi vinte dall’allenatore livornese: Rolando Bianchi e Nick Amoruso segnano rispettivamente 18 e 17 gol, Nakamura continua ad illuminare e sulle fasce esplode Giandomenico Mesto. Il risultato è trionfale: i 40 punti degli amaranto valgono il 14°posto e senza penalizzazioni i 51 punti conquistati sul campo avrebbero potuto fruttare l’ottava piazza, con vista sull’Europa. Due anni dopo, il tecnico Nevio Orlandi non riesce a centrare la salvezza e nel 2009-10 è serie B. Il ritorno in cadetteria è però un tonfo. La Reggina non riesce a centrare il pronto ritorno malgrado una squadra ben attrezzata (Brienza, Bonazzoli e Cacia su tutti) e l’anno dopo il sesto posto non basta per il salto in A, perché il cammino dei calabresi incontra l’ostacolo Novara ai playoff. Il 10° posto in B del 2011-12 è poi l’inizio del lento declino verso i bassifondi della classifica. L’anno successivo Bepi Pillon riacciuffa la salvezza alla fine con un 17°posto dopo la gestione Dionigi, ma l’anno successivo l’impresa non riesce: la girandola di allenatori (Atzori, Castori, Atzori, Gagliardi e Zanin) non schioda mai la Reggina dai bassifondi e il 21° posto nell’anno del centenario vale la retrocessione in Lega Pro.

La rosa: giovani e forti. Il diesse Simone Giacchetta ha costruito una baby-Reggina (età media di 22 anni, la più giovane del campionato) sulle ceneri di quella squadra che tanto ha deluso nello scorso torneo (sono solo 6 i reduci della stagione 2013/’14). La Reggina dei giovani risulta al tempo stesso – stando ai dati del sito specializzato trasfermarkt.it – la formazione più costosa dell’intero torneo, con una quotazione della rosa pari a 5,65 milioni (un milione in più del Lecce). I più giovani e i più forti dunque, almeno sulla carta: un mix paradossale – vista la difficilissima situazione di spending review in seno al club dello Stretto- che se integrato alla perfezione potrebbe rivelarsi devastante.

di micheleDue vecchi cuori amaranto faranno da chioccia a questo gruppo fatto quasi esclusivamente di under 23: mister Francesco Cozza, bandiera amaranto con quasi 250 presenze da calciatore, e l’attaccante David Di Michele, ex della partita che a 38 anni non ne vuole sapere di congedare quei dribbling funambolici che nella stagione 2011/’12 hanno fatto innamorare i tifosi del Lecce del bomber di Guidonia. Insieme a lui, un altro attaccante tascabile come Roberto Insigne metterà le proprie giocate (dribbling secco e cross le specialità) al servizio della prima punta Alessio Viola, al rientro dal prestito della positiva esperienza in Lega Pro col Frosinone. Il reparto di centrocampo è tutto “fatto in casa” nei tre titolarissimi Dall’Oglio-Rizzo -Armellino, sempre schierati sin qui: Rizzo e Dall’Oglio sono cresciuti nel settore giovanile reggino, mentre Armellino è stato acquistato (e fatto esordire in B) ancora giovanissimo dalle fila del Sorrento . Il reparto difensivo, coordinato da un altro prodotto del vivaio come il portiere ungherese Adam Kovacsik, ha in Vincenzo Camilleri il suo leader: l’ex wonder-boy del calcio italiano (in passato coccolato da Chelsea, Juventus e da tutte le Nazionali minori) ha voglia di riscattare l’esperienza-colabrodo dello scorso anno in quel di Barletta. Si chiama Crescenzi il suo compagno di reparto, ma non ha nulla a che vedere con l’ omonimo Alessandro ex difensore di Bari e Roma: Luca, 23 anni da compiere ad Aprile, è alla prima esperienza da titolare nel calcio che conta dopo gli exploit nel settore giovanile della Lazio. Completano la retroguardia amaranto i due laterali difensivi David Acquino, paraguaiano arrivato dal Palermo, e Giovanni Di Lorenzo, pilastro dell’Under 20 della Nazionale Italiana che ha esordito in Serie B proprio con la Reggina a soli 17 anni.

Ultime news: 4 punti con un super Insigne. Vittoria, pareggio, sconfitta e 4 punti in saccoccia: il ruolino di marcia della Reggina, speculare a quello del dirimpettaio Lecce, è il risultato di tre prestazioni altalenanti caratterizzate dalle intuizioni dei singoli piuttosto che da un organizzazione di gioco che tarda a carburare nel 4-3-3 di mister Cozza. Dopo il pareggio in extremis con la Casertana (Reggina-Casertana 2-2) e il blitz di Pagani (Paganese-Reggina 1-2), per Camilleri e soci è arrivata la prima sconfitta stagionale nel derby dello Stretto (Reggina-Messina 0-1). L’uomo del mese è stato Insigne (tre gol all’attivo e media voto di 6,8 per il fratello d’arte dell’attaccante del Napoli) mentre hanno deluso Di Michele (media voto 5,8) e Aquino (5,5). Per la trasferta in terra salentina il tecnico Cozza dovrebbe riconfermare in blocco la formazione che ha perso il derby sette giorni fa, nel modulo e negli interpreti: il solito 4-3-3 vedrà Kovacsik tra i pali, Aquino, Camilleri, Crescenzi e Di Lorenzo a comporre il quartetto difensivo e il trio di centrocampo Armellino-Rizzo-Dall’Oglio a supporto della boa Viola e delle ali Di Michele-Insigne.

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