cLECCE (di Carmen Tommasi e Gabriele De Pandis) – Cuore, grinta, entusiasmo, corsa e numeri tutti salentini: ecco Alessandro Carrozza, uno degli acquisti di punta e più desiderati dal diesse Antonio Tesoro. Il curriculum di Alessandro Carrozza, detto “Carro“, parla da solo, ma lui è arrivato sin troppo in punta di piedi, quasi non consapevole dell’immenso apporto che può dare alla causa giallorossa e al raggiungimento della tanto attesa promozione in serie B. Esterno di centrocampo arrivato nel Salento dopo l’esperienza allo Spezia, è un giocatore di categoria superiore che, vuoi per una tenuta fisica da recuperare nel pieno, vuoi per una confidenza tattica che non è ancora stata trovata, è pronto comunque a fare sfracelli con la maglia del Lecce, giallorossa come quella del suo Gallipoli, squadra che l’ha lanciato nell’orbita del professionismo. Nel nostro ormai appuntamento settimanale con la rubrica del “perché sì” e “perché no” cerchiamo di capire se già dal prossimo match di venerdì sera contro la Reggina il tornante gallipolino potrà risultare determinate dall’inizio del match nel nuovo 3-5-2 che il tecnico Franco Lerda sta sperimentando e con cui il Lecce ha giocato dopo circa 30’ nell’ultima trasferta a Matera.

A. CarrozzaPerché sì – Nell’ultima idea tattica dell’allenatore di Fossano, provata in settimana a Squinzano, c’è proprio Alessandro Carrozza utilizzato nell’inedito ruolo di seconda punta alle spalle di Gigi Della Rocca, per un duo d’attacco che fa del movimento il proprio credo. Il gallipolino, giocatore dal dribbling secco facile e veloce, potrebbe essere un’arma formidabile in partite come quella di venerdì, match in cui di certo la Reggina non verrà per subire il gioco dei giallorossi. Di conseguenza l’andamento dei 90’ potrà essere intervallato da ripartenze dove le sgroppate di Sandro come lo chiamano ormai i compagni di squadra, miste al lavoro sporco di Gigi Della Rocca, potranno far molto male alla difesa calabrese. Il ruolo naturale del 32enne rimane quello sulle fasce in un centrocampo a 4, ma la versatilità dell’ex Verona non può che far bene alla causa, vista la possibilità non tanto remota di cambio di modulo in corsa, specialmente in caso di pareggio persistente o svantaggio. Nonostante Lerda abbia mischiato le carte, si è registrato un eccellente stato di forma e un’ottima gamba da parte di Carrozza, ben integratosi anche con Davide Moscardelli in un duo d’attacco tutto tecnica. Il tiro velenoso del gallipolino, fonte di tanti gol in quel di Varese, gli potrebbe permettere anche una maggiore libertà di movimento. Partendo dalla posizione centrale potrebbe svariare in tutte le zone dell’attacco e provare a colpire anche da quell’out sinistro che esalterebbe le sue doti di tiro, soprattutto da fuori, e di cross per l’ariete brindisino Della Rocca e per gli inserimenti centrali delle mezzali Salvi e Papini, sempre propense alla sortita offensiva.

Perché no L’esperto giocatore nelle prime due uscite di campionato non ha brillato (nelle partite con Lupa Roma e Barletta e a Matera si è accomodato in panchina) e in alcuni momenti è sembrato spaesato ed è parso in ritardo di condizione fisica. Il suo apporto in campo è stato comunque importante ma a intermittenza, anche perché è da capire da parte del tecnico Franco Lerda la posizione in campo (il suo ruolo naturale è di esterno sinistro di centrocampo, posizione a lui più congeniale, ma all’occorrenza può svariare anche a destra) in cui esaltare le qualità del neo arrivato in casa Lecce. Come detto, il salentino è stato provato nel 3-5-2 nel ruolo di seconda punta, posizione in cui in passato è stato utilizzato con buoni risultati anche nell’Atalanta di Colantuono (e non solo), ma vista la presenza di attaccanti di ruolo, come capitan Miccoli e Moscardelli, sarebbe un peccato non sfruttare le loro qualità dal primo minuto contro un avversario tosto, esperto e propositivo come la Reggina dell’ex David Di Michele che giocherà con uno spregiudicato 4-3-3 finalizzato a premiare gli inserimenti di “Re David” e di Roberto Insigne, già a 3 reti in questo campionato. Inoltre, in un centrocampo a cinque come quinto di mediana, in un modulo che in fase di non possesso si trasforma in un 5-3-2 per caratteristiche, “Carro” non si troverebbe a genio. Un giocatore a cui piace proporsi in avanti, attaccare gli spazi e anche nell’ipotesi di un suo schieramento come mezzala potrebbero essere sacrificati le sue qualità di esperto “motorino”, padrone della fascia sinistra e letale in attacco.

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