logo FolignoLECCE (di Italo Aromolo) – Sorteggio benevolo quello che nella sede della Lega di Serie A a Milano ha decretato il primo avversario ufficiale del nuovo, “vecchio” Lecce targato Franco Lerda: sarà il Foligno a contendere ai giallorossi il passaggio del primo turno di Tim Cup nella sfida ad eliminazione diretta che avrà luogo il prossimo 10 agosto allo stadio “Via del Mare”. La compagine umbra, una delle 9 cenerentole della competizione che provengono dalla Lega Nazionale Dilettanti (Serie D), è il paradigma perfetto del calcio dilettantistico: l’ennesima squadra che, dopo una storia più che dignitosa tra le ormai vintage “Serie C/1” e “Serie C/2”, è stata risucchiata nel ciclone della crisi economica e, tra debiti, giocatori in svendita e caos societario, si appresta ad iniziare la nuova stagione con una rosa per buona parte costituita da giovani autoctoni e prestiti di belle speranze.

La storia: verginità per la serie B, fiuto per i campioni. Il presente buio della Serie D rappresenta il punto più basso toccato dal Foligno Calcio nell’ultimo decennio di storia; dal 2005 ad oggi, i “Falchetti” (così soprannominati per l’animale-simbolo presente sullo stemma) hanno veleggiato stabilmente in Lega Pro, arrivando a sfiorare nella stagione 2007/2008 la prima storica promozione in Serie B: la cavalcata del “Foligno dei miracoli” si fermò soltanto in semifinale play-off per mano della guastafeste Cittadella (2-0). E non è un caso che molti dei protagonisti di quello che in Umbria è considerato l’annus mirabilis della quasi centenaria storia del club folignate abbiano sfondato nel calcio che conta: parliamo dell’allora tecnico Pierpaolo Bisoli, attualmente alla guida del Cesena neo-promosso in Serie A, e del difensore Fabrizio Cacciatore, nuovo pilastro della retroguardia della Sampdoria. Un altro spicchio di Foligno albergherà nella prossima Serie A, nel quartier generale della Juventus: il preparatore dei portieri Stefano Raponi ha appena firmato un contratto con la società di Corso Galileo Ferraris dopo nove anni di permanenza in Valle Umbra. Curiosità: anche l’ex tecnico del Lecce, Serse Cosmi, è stato alle dipendenze del sodalizio biancazzurro, ma non da allenatore, bensì da calciatore: negli anni ’70, il mister perugino ha giocato infatti nel Foligno nella sua breve (e poco fortunata) esperienza da attaccante.

La parabola in picchiata del Foligno ha inizio nell’estate 2011 con la cessione di un top-player come Andrea Sciaudone: priva del proprio gioiellino (63 presenze e 13 gol in maglia azzurra per l’attuale centrocampista del Bari), la squadra retrocede in due anni dalla Prima Divisione alla Serie D (stagioni 2011/’12 e ’12/’13), prima del secondo posto ottenuto nella stagione appena conclusasi (Serie D, Girone E). In un ambiente sempre più distaccato e con un numero di abbonati mai superiore alle 100 unità, il patron Maurizio Zampetti si disimpegna dal timone della società: con milioni di debiti, il Foligno è sull’orlo del fallimento.

Il Foligno di oggi: iscrizione in extremis. La dirigenza ad interim riesce nel salvataggio della squadra attraverso una strategia di mercato specifica (al bando acquisti e cessioni in prestito) e qualche cessione eccellente (da appuntare i nomi di Gondo Diomandè (’98) e Marco Settimi (2000), ceduti a Latina e Perugia, mentre manca solo l’ufficialità per i trasferimenti al Parma del centrocampista Urbanelli (’91) e del portiere Biscarini (’94). E’ notizia di pochi giorni fa l’iscrizione in extremis della compagine umbra al prossimo campionato, ma restano poche le luci e tante le ombre – non solo dal punto cista economico – sulla stagione che verrà. Per rendere l’idea del futuro del club, riportiamo le parole quasi drammatiche rilasciate dal diesse Roberto Damaschi in conferenza stampa: “La risposta dell’ambiente folignate è gelida, con il sodalizio bianco-azzurro abbandonato a se stesso ormai da tempo. La situazione è difficilmente sostenibile. Il contesto in cui non operiamo non è per niente facile: le aziende sul territorio non rispondono e fare qualcosa di propositivo o positivo in città non è possibile. Cerchiamo di vendere un prodotto che non interessa a nessuno. Foligno, in tutta franchezza, non ambisce, non può ambire e non ha diritto a qualcosa di importante nel calcio”.

Foligno calcioLa rosa: dagli juniores ai giocatori-dirigenti. Il neo-tecnico esordiente Stefano Petrini, promosso dalle selezioni giovanili, avrà a disposizione solo pochi dei protagonisti della scorsa stagione (tra i punti fermi i difensori Adamo, classe ’91 ed Alessio Ciurnelli, classe ’88), facendo per il resto affidamento soprattutto sul blocco dei “prematuri” juniores e allievi, per una età media complessiva di gran lunga inferiore ai 20 anni. L’ultimo degli escamotage anti-crisi in casa Foligno è davvero singolare: gli esperti Filippo Petterini (difensore con un passato nel Pescara di Zdenek Zeman) e Marco Coresi (centrocampista ex Crotone) rivestiranno il doppio ruolo di giocatori-dirigenti, occupandosi del settore giovanile e della compravendita dei calciatori.

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